ILLUSTRATOR MONDAY ☆ PEMBERLEY POND

- April 04, 2016 -

Buon lunedì friends!
Avete voglia di tuffarvi nel mondo illustrato di due sorelle speciali?
Quella di oggi è la prima intervista doppia della nostra rubrica :-) finalmente infatti posso presentarvi Lalla e Luisa, le illustratrici che con ironia e delicatezza disegnano e creano il mondo meraviglioso di PEMBERLEY POND.

Illustrazioni personalizzate, accessori, segnalibri e progettazione grafica, questo e molto altro potrete trovare nel loro shop qui o visitando il loro coloratissimo sito.
Appassionate di Jane Austen, della Letteratura  e delle atmosfere Ottocentesche made in England (ma quante passioni abbiamo in comune?) le ho scoperte grazie al logo stupendo che hanno creato per il MySelfie Cottage di Rita. Potevamo non voler approfondire l'amicizia con chi sa disegnare casette così belle?
Perciò mettetevi comodi e scoprite insieme a me quante cose hanno da raccontarci le nostre ospiti ;-)
Buona lettura!!!


1. Quando vi siete avvicinate al mondo dell'illustrazione?
A voler scavare a fondo, credo che il punto dove ci troviamo ora abbia radici profonde nella nostra famiglia. La nostra nonna era di stampo classico e credeva che le signorine dovessero avere una certa educazione (un po' come le ragazze dei libri che amiamo), così quando eravamo piccine ha provato a farci imparare a suonare l'organo e ci ha spedito da un pittore a prendere lezioni. Molto romantico, sì, ma noi siamo sempre state abbastanza un disastro quanto a costanza ed esercizio e quindi sono stati solo brevi e infruttuosi tentativi. Ma aveva fatto lo stesso con nostro padre prima di noi (lei stessa dipingeva sulla ceramica) e quindi un po' tutta la famiglia non era estranea a matite e colori. Nostro padre disegnava per noi quando eravamo piccole e quindi il disegno ha fatto sempre un po' parte della nostra vita. In verità non abbiamo mai avuto una fortissima vocazione, non siamo mai state ossessionate dal disegno, ma leggevamo (e leggiamo ancora) tanti fumetti e ricalcavamo i cartoni animati dal fermo immagine in TV con la carta da forno. Quindi quando è diventato evidente che non eravamo particolarmente appassionate agli studi teorici, ripiegare sul disegno è stato quasi ovvio, così dopo il liceo abbiamo frequentato io la Scuola del Fumetto di Milano e Luisa quella di illustrazione del Castello Sforzesco.
2. Cosa vi piace di più del vostro lavoro? 
Di questo lavoro ci piace l'indipendenza. Il fatto di essere i capi di noi stesse. Dopo aver lavorato per tanti anni nell'editoria scolastica non ne potevamo davvero più di lavori monotoni e vuoti e di sottostare a decisioni più o meno sensate di art director e editori. Così abbiamo scelto un argomento che ci piacesse molto, la letteratura, e che fosse possibile articolare in moltissimi modi e piano piano lo abbiamo fatto diventare la nostra professione. Così ora ci ritroviamo con un lavoro che ci spinge di qua e di là, con sempre nuove sorprese e nuovi stimoli. In più questo lavoro racchiude in sè mille aspetti diversi... insomma, non c'è modo di annoiarsi!.

3. Quali sono le tre parole che meglio descrivono i vostri lavori?
Colorati. Nessun colore è proibito. Adoriamo la carta colorata, è come una droga. Più ne abbiamo, più ne vorremmo. E gli inchiostri, e i nastri e le perline. Siamo come delle gazze ladre quando si tratta di cose colorate. 
Divertenti. Non ci piace prenderci troppo sul serio. Tra noi scherziamo sempre su tutto e quando possibile ci piace anche farlo con i libri, soprattutto con quelli che amiamo particolarmente. La Austen per esempio è divertentissima. 
Curati. Nei nostri lavori c'è doppia cura perchè c'è quella di entrambe. Ci teniamo d'occhio l'una con l'altra ed essendo anche un po' perfezioniste ci vuole parecchio prima che entrambe si sia soddisfatte di un lavoro.




4. Potete descriverci la vostra giornata tipo?
La nostra giornata tipo è una lotta continua per cercare di combinare davvero qualcosa senza disperdere le energie. La verità è che per quanto bello e appassionante, questo lavoro si compone di mille piccole azioni che vanno tutte orchestrate per evitare che tutto vada all'aria. Siamo in due e ci dividiamo compiti e fasi di lavoro e quando una di noi si incaglia da qualche parte tutto subisce ritardi. Quindi solitamente, quando dopo colazione ci mettiamo all'opera, dedichiamo una mezz'ora a rispondere a email e a messaggi sui social e poi ci impegnamo a stilare una lista su tutto quello che c'è da fare durante la giornata. Parte della mattinata se ne va a impacchettare gli ordini e poi a spedirli in posta. Dopo pranzo è il momento giusto per fare le foto agli oggetti perchè c'è la luce giusta e se quella scappa poi è finita. Nel pomeriggio lottiamo con i lavori personalizzati che ci vengono richiesti e nei ritagli di tempo progettiamo quello che di nuovo metteremo in negozio. L'ultima parte della giornata è dedicata al nostro progetto Un Anno di Meraviglia, a scegliere gli argomenti dei post, a leggere quello che hanno fatto durante la giornata le splendide donne che vi stanno partecipando. Il difficile è poi mettere la parola FINE alla giornata senza lasciarla allungarsi all'infinito. A questo ci stiamo ancora lavorando.
5. Come avete sistemato la vostra zona di lavoro?
E' da circa un anno che ci siamo guadagnate una zona di lavoro tutta nostra. Prima eravamo incastrate e sparpagliate. Avevamo i due computer su due piani diversi della casa e ci parlavamo tramite skype o ci urlavamo da un piano all'altro. Ma dall'anno scorso abbiamo rubato un pezzo di soggiorno che non usava nessuno e ci abbiamo messo un bel tavolone e due scrivanie per i computer. E' davvero tutta un'altra storia. Anche se, per una strana magia, lo spazio non basta mai: più ce n'è, più ne servirebbe. Avere e gestire un piccolo magazzino per il negozio sta diventando sempre più complicato con l'aumentare dei prodotti. La lotta contro il caos è giornaliera. Però fuori dalla finestra abbiamo una vista splendida, dalla libreria ci guarda un ritratto della nonna e vicino alle scrivanie abbiamo il camino sempre acceso. Non potremmo chiedere di meglio!
6. Pensate che un illustratore abbia bisogno di uno stile personale? e quali sono i vostri suggerimenti per svilupparne uno?
Quando uno è agli inizi ed è alla ricerca disperata di un lavoro, bussa ad ogni porta e i problemi arrivano quando quelli a cui ti rivolgi ti propongono qualsiasi tipo di lavoro e in qualsiasi stile. Si arriva quindi a credere che per poter lavorare abbastanza uno debba sapere fare un po' di tutto. Ma saper fare di tutto è difficilissimo e praticamente impossibile. Sforzarsi in stili non famigliari può portare i suoi vantaggi (fornire nuovi spunti creativi), ma anche frustrazioni infinite. Avere un portfolio vasto può facilitare la ricerca di un lavoro quanto fare tutto il contrario. Cosa fare quindi? Non abbiamo consigli certi. Sviluppare uno stile proprio è ovviamente importante per la propria sanità mentale e anche perchè ci rende riconoscibili e liberi di esprimerci al meglio. Il nostro consiglio, per chi è alla ricerca di uno stile proprio, è quello di non lasciarsi spaventare, di non perdersi d'animo all'inizio. Ci vuole del tempo per coltivarlo e all'inizio può sembrare un'impresa impossibile. E' giusto copiare gli autori preferiti, usare i loro colori, studiarne la composizione, il tratto. Anzi, meglio copiarne tanti, tantissimi. Prendere da ognuno la caratteristica che piace di più, riprodurla così tante volte da farla propria, fino ad arrivare al punto di romperla. Il proprio tratto nascerà da solo con il tempo. L'importante è non fossilizzarsi, guardare un po' di tutto, e lasciarsi guidare da quello che piace davvero.
All the images are property of PEMBERLEY BOND

1 comment

  1. Enrica! Ma cosa-chi mi hai fatto conoscere?! cioè la mappa di Avonlea! ^-^

    ReplyDelete

« »