ILLUSTRATOR MONDAY ☆ Andrea De Santis

- May 09, 2016 -
Buon lunedì amici! L'intervista specialissima di oggi mi emoziona davvero tanto, perché sto per presentarvi non solo un talentuoso artista, ma anche un simpatico gentleman che ho avuto la fortuna di avere come compagno di lavoro ben 10 anni fa, quando ero una giovane stagista con i dreadlocks che cercava di capire "cosa fare meglio dove"!!!
Sono felice proprio per questo, perché ho sempre pensato che Andrea fosse un Illustratore davvero di grande talento, (e come me lo pensavano tutte le altre compagne di avventura del nostro team di creativi dove lavoravo!!!) ed ora che sono passati anni dal nostro primo incontro posso solo apprezzare ancor di più i passi da gigante che ha fatto, sviluppando ancor meglio quello che oggi è il suo personalissimo stile, capace di renderlo riconoscibile ovunque venga pubblicato...eh si perché dovete sapere che all'estero il nostro Andrea è davvero ricercato e non c'è bisogno di spiegarvi perché ;-) vero?
Potete trovare il Porfolio completo di Andrea qui o curiosare tra le pagine del suo bellissimo sito,
ma ora lascio che sia lui a raccontarvi meglio il suo lavoro e le sue passioni che ne dite?

ps. Ancora mille grazie caro Andrea :-)

1. Quando ti sei avvicinato al mondo dell' illustrazione? 

L'illustrazione ha fatto breccia nel mio cuore per la prima volta quando iniziai a frequentare l'istituto d'arte di Ascoli Piceno nel 95, durante le lezioni spesso ci chiedevano di illustrare dei racconti, trovai la cosa molto stimolante e cominciai ad appassionarmi realmente. Mentre leggiamo è inevitabile immaginarsi una situazione, un personaggio, un ambiente, naturalmente se viene descritto dettagliatamente dall'autore e tutto ciò stimola l'inventiva, ma concretizzare quel pensiero e tramutarlo in qualcosa di reale da condividere per me è sempre stato qualcosa di appagante e che mi è sempre riuscito in maniera naturale. Per anni ho lavorato come grafico in svariati settori favorito da quella marcia in più che è sempre stato il disegno manuale, ma Il sogno di diventare illustratore a tutti gli effetti è rimasto nel cassetto per anni e anni pur coltivando la passione ma senza grossi risultati, in realtà è solo da 2 anni che ho cominciato a realizzare commissioni da "vero" illustratore e con ottimi risultati.


2. Cosa ti piace di più del tuo lavoro?  

Il mio lavoro è la mia stessa passione, mi piace ogni aspetto di esso dalla ricerca quindi l'ideazione fino ad arrivare alla realizzazione, ma il massimo per me è vedere il mio lavoro pubblicato e sopratutto apprezzato, non scordero' mai la mail di un ragazzo che dagli Stati Uniti mentre era in sala d'attesa dal suo medico è rimasto affascinato da un'illustrazione che accompagnava un articolo pubblicato sul magazine Real Simple, ed ha avuto una voglia irrefrenabile di contattarmi per complimentarsi con me per la poesia, i colori e l'immediatezza del messaggio. 



3. Quali sono le tre parole che meglio descrivono i tuoi lavori? 

A questa domanda rispondo in parte citando una persona che ha definito le mie illustrazioni "poetiche", probabilmente non c'è parola più azzeccata, ed è piacevole sentire da diverse persone le diverse sensazioni che riesci a trasmettere con un unica tavola. Un altra parola che puo' descriverle è "fluttuanti" quella di fluttuare è una caratteristica che contraddistingue quasi tutte le mie illustrazioni, mi piace evitare il contatto con tutto ciò che è terreno come ad esempio il piano immaginario su cui si poggiano gli elementi di una tavola quello che definiamo sfondo, fare galleggiare nell'aria l'elemento principale rende le scene come sospese e congelate in quell'attimo. Come ultima parola mi viene in mente "essenziali" al contrario dei miei primi lavori tutt'altro che semplici, il mio modo di illustrare in questi ultimi anni è completamente cambiato, passando da idee di getto con mille particolari che spesso distoglievano dal messaggio principale fino ad arrivare ad immagini concettuali e più semplici da realizzare in fase esecutiva, ma molto impegnative in fase di ideazione. 

4. Puoi descriverci la tua giornata tipo? 

Sveglia la mattina alle 8/8.30 ma il più delle volte mi rotolo come una larva nelle coperte fino alle 9/9.30 con tanti sensi di colpa, do' un occhiata al cellulare per vedere se ho ricevuto mail, poi combatto con l'orda di gatti che cerca di invadere la camera e dopo avergli dato un po' di attenzioni faccio colazione con la mia cara mogliettina che tra l'altro fa il mio stesso lavoro e condivide lo studio con me. Durante la colazione la mia testa è già un turbinio di pensieri e ogni tanto saettano idee che dovrò buttare giù su carta prima di dimenticarle per sempre. Come dice mio padre "il mattino ha l'oro in bocca" e va sfruttato al massimo, e poi via senza sosta fino alle 13,30 cercando di fare qualche bozza e nel frattempo faccio un po' di ricerca per trovare gli elementi giusti e la giusta palette colori per la mia prossima illustrazione, rispondo a qualche email, dò un occhiata a Behance, Linkedin, Instagram e Facebook. Dopo un pranzo rigorosamente, e ci tengo a dirlo, vegetariano di circa un oretta scarsa, mi accingo a rimettermi al lavoro sperando che il pomeriggio sia produttivo come il mattino ma spesso risulta essere un agonia tra il sonno e il dormiveglia per poi accelerare nuovamente alle 18 quando si sono calmate un po' le acque con i clienti e questo fino alle 20 se va bene, in caso di un emergenza causata da scadenze imminenti purtroppo si tira avanti anche fino le 23/24, dopodichè tutte le membra cedono e vado ad appollaiarmi con mia moglie sul divano a leggermi un libro o a vederci un bel film fino a quando anche la mente mi abbandona e mia moglie con grande disappunto si accorge che sono nel mondo dei sogni.


5. Come hai sistemato la tua zona di lavoro? 

Nella mia zona di lavoro non puo' mancare mac, tavoletta grafica, blocchetto schizzi matite gomma al seguito, stampante e scanner poi c'è l'angolo disegno "avanzato" composto da un tavolino ikea inclinabile e lampada regolabile colori pennelli pastelli matite acquerelli e invaso da oggetti improbabili e inutili, sfrutto questo angolo quando ho qualcosa di più impegnativo e voglio evitare ogni distrazione da social network, anche se per un illustratore anche questi mezzi vanno sfruttati spesso.

All the images and works here are property of Andrea De Santis

6. Pensi che un illustratore abbia bisogno di uno stile personale? e quali sono i tuoi suggerimenti per svilupparne uno? 

Fino a qualche anno fa non credevo fosse indispensabile avere un proprio stile forse perchè ancora non ne avevo trovato uno mio, ma dopo che cominci a ricevere commissioni che richiedono in maniera specifica il tuo stile e non hai più bisogno di adattarti in base alle richieste ti rendi conto che la cosa è fondamentale, raggiunta la propria maturita' mentale il proprio equilibrio e dopo aver sperimentato tanto credo che sia un passo inevitabile durante il percorso che fa un illustratore. Trovare il proprio stile è un percorso soggettivo che varia in base alle nostre esperienze, ai nostri gusti e alle nostre passioni, neanch'io saprei spiegare come l'ho trovato, l'unico consiglio che mi sento di dare è di smettere di cercare e di cominciare a creare qualcosa per se stessi qualcosa che vogliamo trasmettere e che viene dal cuore, sfruttando un concorso o una commissione o un semplice lavoro personale. Prendendo come esempio la mia tavola intitolata Floating, che raffigura una donna che si tuffa in un libro, in questo caso ho rappresentato esattamente c'ho che provo quando leggo cercando nel mio caso di essere diretto ed essenziale, quindi individuando a mio gusto un certo tipo di elementi, di colori e di prospettiva, da lì ho creato una sorta di linea guida da seguire delineando il mio primo vero stile.

No comments

Post a Comment

« »